STAZIONE INTERNAZIONALE


UNA PICCOLA CENTRALE DI MILANO

 


 

Circondata da un ampio parco, la stazione internazionale di Luino risale a fine Ottocento e rappresenta un punto di snodo importante tra la rete ferroviaria italiana e quella svizzera, altamente strategico per il traffico su rotaia. Pur non essendo la più prossima alla frontiera, è considerata stazione di confine – essendo la più importante nelle vicinanze – e dunque deputata allo svolgimento delle attività doganali.

Fu costruita per la realizzazione della linea ferroviaria Novara-Pino sulla Sponda del Lago Maggiore (molto prima che il paese fosse integrato nel comune di Maccagno), che si sviluppava per 65 km sulla direttrice per Genova, e costò 24 milioni. In particolare, la linea di Luino si estendeva per oltre un chilometro in lunghezza e quasi un metro e mezzo in larghezza. I binari di servizio erano 14, di cui cinque destinati al trasporto pubblico.

Il cantiere fu avviato nel 1881 da parte della ditta Pellini & Negretti, vincitrice della gara d’appalto. L’impresa nasceva dalla fusione di due case costruttici con esperienze maturate nei decenni nel campo dei più grandi cantieri dell’Italia settentrionale. I Pellini, infatti, originari di Viconago, provenivano dall’esperienza della costruzione della galleria Vittorio Emanuele II di Milano.

In un solo anno i lavori furono terminati: ne risultò un vero e proprio monumento al progresso. Grandiosa, soprattutto in relazione i lunghi limitrofi, la stazione di Luino guadagnò non poche citazioni sulle guide turistiche dell’epoca. L’ambiente di maggior pregio era il salone delle dogane: grande, centrale e con il pavimento in marmo, permetteva l’accesso diretto ai binari. Inoltre caserme, magazzini, depositi e sale d’aspetto non mancavano.

In merito all’apparato decorativo, il criterio prevalente fu quello di riadattare – semplificandoli – alcuni motivi già presenti alla stazione centrale di Milano, costruita entro il 1863 prendendo suggerimento da alcune residenze francesi. Per questo erano presenti tramezzi in ferro e vetro, colonne e finte finestre che garantivano continuità distributiva, frontoni, stemmi e, in cima alla struttura, un grande orologio a due quadranti, indicante uno il tempo di Roma e l’altro quello di Berna.

Progettata dal miglior specialista del settore d’Italia, l’ingegnere Giovanni Battista Biadego, altra opera maestosa realizzata era stata la tettoia in ferro, che copriva il fascio di binari con ampie lastre in vetro. Tuttavia questa fu smantellata nel 1941, quando il materiale fu convertito – come tante tettoie d’Italia – in armamenti per sostenere gli sforzi della Seconda guerra mondiale.

Nonostante le spogliazioni subite, la stazione di Luino può contare ancora su ambienti per buona parte vicini alla situazione originaria, che offrono ancora un quadro sostanzialmente ben conservato. Oggi il piazzale ferroviario è dotato di sei binari passanti, di cui tre utilizzati per il servizio viaggiatori e provvisti di banchine. Nel 2017 sono stati rinnovati oltre 21 km di binari e 18 km della linea d’alimentazione elettrica dei treni ed è stato realizzato un sottopasso.

La rimessa locomotive, che era stata costruita nel 1882 in occasione dell’apertura del traforo del San Gottardo, è oggi diventata sede del Museo Ferroviario del Verbano. Tra le locomotive presenti, anche una a vapore ancora funzionate, oggi utilizzata per i treni turistici che periodicamente vengono organizzati.