CASTELVECCANA


FORNACI DI CALDÈ: TRA STORIA E STREET ART

 


 

Posizionata a sud di Luino, Castelveccana è una località ideale per una gita o un soggiorno tra la pace e la natura. Infatti, la tranquillità del luogo, la ricchezza del paesaggio e le favorevoli condizioni climatiche ne fanno un’ambita meta turistica durante la stagione estiva. Il comune è stato istituito nel 1928 con la fusione delle amministrazioni di Castello Valtravaglia (sul lago) e di Veccana (più a monte). Oggi il paese ospita poco più di due mila abitanti sparsi tra la riva del lago e l’interno, su di un territorio punteggiato da moderne villette con ottime vedute.

Tra le undici frazioni di Castelveccana, Caldè è di certo quella più famosa, spesso definita “La Portofino del lago Maggiore”. È conosciuta per un porticciolo pittoresco, una grande spiaggia di sabbia, numerose calette, l’acqua trasparente e balneabile e per le antiche Fornaci, abbandonate a metà Novecento ed ora ricoperte da graffiti.

La zona delle Fornaci è preceduta da un grande prato verde, che è stato oggetto di riqualificazione nel 2007. Da alcuni scogli che sporgono a picco sul lago è possibile tuffarsi per fare il bagno. Per entrare nell’ex area industriale, invece, è necessario scavalcare un vecchio cancello in ferro (negli anni è stata realizzata una comoda apertura), che delimita la proprietà privata. L’ingresso è sbarrato perché in effetti ci sono alcune strutture pericolanti, ferri arrugginiti e piccole voragini nelle pavimentazioni. Tuttavia nessun visitatore desiste, vista la bellezza e l’unicità del luogo.

Ciò che rimane oggi delle Fornaci sono i resti di una struttura industriale utilizzata per la produzione della calce bianca, un’importante fonte di reddito per gli abitanti del posto. Non si hanno date precise sulla costruzione della struttura (si ipotizza intorno al XIII secolo), ma ci sono alcuni documenti certi che testimoniano la fornitura di calce alla fabbrica del duomo di Milano tra il 1387 e il 1391.

La calce è un legante conosciuto fin dall’antichità, impiegato principalmente nel settore dell’edilizia e ricavato dalla cottura della pietra calcarea. La sua fabbricazione era diffusa su tutto l’Alto Verbano, tant’è che alcuni resti ben conservati sono ancora oggi visibili, oltre a Caldè, anche a Germignaga, Ispra e Mesenzana. Presenti poi tutte le strutture accessorie necessarie come i depositi dei prodotti e dei combustibili, gli impianti per la pesatura e il carico dei materiali. Siccome il trasporto avveniva soprattutto via acqua, la vicinanza al lago era ricercata: da Sesto Calende, si passava sul Ticino e si proseguiva per il Naviglio Grande, raggiungendo Milano e Pavia. Giustificata dunque l’esistenza di pontili e moli.

Ma quella che era una fabbrica in piena attività viene abbandonata nel secondo dopoguerra, causando la rovina e il disfacimento dell’intero edificio. Sopravvissuti soltanto i grossi forni in pietra con il camino a forma di imbuto rovesciato, ancora ben visibili.

Oggi la sopravvivenza delle fornaci ha una doppia valenza: dal punto di vista storico testimonia un’economia che sulla sponda lombarda del lago Maggiore era – prima di diventare turistica – soprattutto artigianale ed industriale, mentre da quello naturalistico le costruzioni dismesse e i ruderi fanno da cornice ad un paesaggio davvero unico, a ridosso delle acque.

Ma la particolarità ancora più insolita è che questi stabilimenti in rovina sono stati ricoperti di graffiti e scritte per trasmettere messaggi positivi in un contesto d’abbandono. Così si ritrovano murales colorati, disegni immaginari e vecchie automobili tinteggiate d’arcobaleno. Si potrebbe essere allibiti e contrariati per l’atto d’inciviltà, ma non va letto in quella maniera: qui il degrado urbano è divenuto arte. Ogni tanto poi i vecchi disegni vengono sovrapposti da lavori nuovi, per una continua evoluzione artistica nel pieno spirito della street art.

E tutto questo assume ancora più valore se si considera che queste opere d’arte rivoluzionarie sono collocate lungo un sentiero selvaggio, che, in mezzo alla natura incontaminata, costeggia tutto il lago. Qui, proseguendo, spiaggette più accessibili per prendere il sole, fare il bagno e grigliate all’aperto, si alternano ad altre più pericolose a strapiombo sull’acqua.