BERNARDINO LUINI


UN SEGUACE DI LEONARDO TRA I MIGLIORI DI MILANO

 


 

Bernardino nasce a Dumenza, nella frazione di Runo, intorno al 1480, con il vero nome della famiglia, ovvero De Scapis. Non si sa quando e perché assume il nome d’arte Luini (forse suggeritogli dalla vicinanza con la cittadina di Luino). Un parente poco più giovane, originario della stessa valle, Bartolomeo Scappi, diventerà altrettanto famoso negli anni successivi per le abili capacità culinarie.

Grazie al padre lavoratore a Milano, Luini fa il suo apprendistato nella fabbrica del Duomo, per poi spostarsi a Treviso o forse a Verona. Dopo questi primi contatti veneti, la sua pittura affonda pienamente le radici in Lombardia e nella sua arte, ottenendo incarichi a Milano da parte di istituzioni religiose e presto anche di ricchi privati. Nel 1520 viene assunto per decorare la chiesa del Monastero Maggiore in centro città, che essendo il più importante convento di clausura per benedettine disponeva di denaro sufficiente per impiegare artisti di rilievo. Vista la vicinanza con la chiesa di Santa Maria delle Grazie, detentrice del Cenacolo di Leonardo da Vinci (1452-1519) realizzato negli anni 1494-1498, non c’è da sorprendersi che il pittore dumentino avesse preso molto a modello il celebre affresco.

In concomitanza, si sposta a Roma per studiare le opere dei suo quasi coetaneo, da poco scomparso, Raffaello (1483-1520), a sua volta fortemente influenzato da da Vinci, e nel frattempo si occupa intensamente anche della raffigurazione di Madonne e Santi.

Il legame di Luini con da Vinci aumenta sempre più, tanto che in seguito i due vengono spesso scambiati e si attribuiscono quadri dell’uno all’altro. Dallo stile di Leonardo, il dumentino trasse lo studio della prospettiva aerea, la lievità del chiaroscuro (meno sfumato, ma ugualmente dolce), l’equilibrio delle composizioni e dei gesti, il senso ampio della forma e l’armonia classica e l’espressività delle figure. Non da ultimo il sorriso delle Madonne.

Luini esegue altri cicli d’affreschi murali tra Como, Milano e il Canton Ticino, tutti caratterizzati dal gran numero di figure in movimento che ad ogni modo conservano sempre l’armonia compositiva. Anche per i suoi dipinti ad olio predilige pale d’altare con parecchie scene, confermandosi un maestro della composizione. Abile fu anche nei dipinti su tavole di legno e nei ritratti, alcuni dei quali vedono membri della famiglia Sforza come soggetti.

Due dei suoi quattro figli, ottenuti dal matrimonio con la moglie Margherita Lomazzo, seguono le orme del padre e divennero altrettanto pittori.

Le opere del Luini sono sparse tra chiese, gallerie internazionali e raccolte private. Conservatrice di un cospicuo numero di lavori del maestro è la Pinacoteca di Brera, insieme all’Ambrosiana e il Castello Sforzesco, ma non da meno sono anche esposizioni straniere come la National Gallery of Art di Washington, il Museo del Louvre a Parigi, la collezione Wallace a Londra, il Kaiser-Friedrich Museum di Berlino.

Tra la vastissima produzione, soprattutto d’affreschi, ricordiamo l’affresco della Madonna col Bambino (1512, chiesa abbaziale di Chiaravalle Milanese); la Deposizione e l’Incoronazione di spine (1516 circa, Milano, S. Giorgio); l’affresco della Madonna col Bambino (1521, Milano, Brera); gli affreschi provenienti dalla Villa Rabia alla Pelucca (1521-23, Milano, Brera), tra cui celebre la Traslazione di s. Caterina; la Madonna del roseto, già nella certosa di Pavia e gli affreschi provenienti da S. Maria della Pace (entrambi a Milano, Brera); la Crocifissione (1529, Lugano, S. Maria degli Angeli); i mirabili affreschi della cappella Besozzi (1530, Milano, Monastero Maggiore).