PIERO CHIARA


L’ESALTAZIONE DI LUINO NEI RACCONTI DI PROVINCIA

 


 

Piero Chiara, nato e vissuto a Luino, è l’autore delle storie ambientate sul lago, dei fatti quotidiani e dei personaggi del borgo. Varese, la sua provincia, Luino e il Canton Ticino sono i luoghi amati da Chiara e dunque privilegiati all’interno delle sue opere. La vita che viene narrata è quella di frontiera, fatta di contrabbandieri, briganti e fuggiaschi, ma anche delle piccola borghesia e della loro quotidianità. Lo stile è quello che contraddistingue lo scrittore per tutta la vita: colorito, ironico, mordace, a tratti arguto e malinconico.

Chiara ama Luino, il suo paesaggio, le persone che ci vivono e che contribuiscono a renderlo il posto che è. Passeggiando tra le vie del centro o affacciandosi sullo specchio d’acqua, rievoca i ricordi dell’infanzia, per poi trasportarli sulla carta nei suoi brevi ma illuminanti racconti. Non manca un valore documentario, grazie alla sua capacità di restituire appieno l’atmosfera e la mentalità di un’epoca e di una società attraverso qualche riga.

Chiara frequenta i caffè di provincia, su tutti il Caffè Clerici, per incontrare amici, confrontarsi con colleghi, ma anche per annusare la realtà della gente di tutti i giorni, che passa lì il suo tempo libero. Per questo nei suoi racconti vengono sempre rievocate storie vere e personaggi reali legati alla sua piccola patria, che vengono poi rivisitati e romanzati. È questo che fa di Chiara un autore unico all’interno del panorama culturale italiano. Tuttavia, se a Sereni tutti i maggiori critici sono unanimi nel riconoscergli un posto d’autore, non altrettanto si può dire di Chiara, poiché a giudizi positivi se ne contrappongono altrettanti limitativi.

Amico e coetaneo di Vittorio Sereni, Chiara studia in diversi collegi ma ottiene il diploma solo a 16 anni dopo aver sostenuto un esame da privatista, a causa di una serie di disavventure scolastiche e una giovinezza avventurosa. Nel 1944, in seguito ad un ordine di cattura emesso dal Tribunale Speciale Fascista, si rifugia in Svizzera vivendo come internato in varie località e, successivamente, insegnando in un liceo italiano. In questi anni inizia a formarsi la sua vocazione letteraria (in un primo momento più inclinata alla poesia), tanto da pubblicare proprio oltreconfine i primi scritti.

Rientrato in Italia, nel dopoguerra si dedica alla cura di testi antichi e moderni e intraprende l’attività di giornalista di riviste e giornali fino ad arrivare, a metà Anni 50, ad una collaborazione costante con la terza pagina del “Corriere della Sera”, che lo accompagnerà fino alla morte.

Intraprende anche la stesura di testi narrativi, fino alla pubblicazione del suo primo romanzo, “Il piatto piange” (1962), su proposta di Sereni. Il libro, che rievoca la vita dei caffè luinesi negli Anni 30, ottiene subito un gran consenso di pubblico e critica. Il successo viene confermato nei tempi successivi da “La spartizione” (1964) e “Il balordo” (1967), a cui seguono una serie di noti romanzi e racconti come “I giovedì della signora Giulia” (1970), “Il pretore di Cuvio” (1973), “La stanza del Vescovo” (1976), “Il cappotto di Astrakan” (1978) e “Vedrò Singapore?” (1981).

La sua inesauribile vena narrativa viene esaltata anche da fortunate trasposizione cinematografiche. Il provincialismo distintivo di Chiara è piaciuto ai rimontati Mario Monicelli, Luciano Salce e Dino Risi che hanno cercato e trovato in lui le storie da raccontare. Tra i più importanti film tratti da romanzi di Chiara, ricordiamo “Venga a prendere il caffè… da noi” (1970) e “La stanza del Vescovo” (1977), entrambi con protagonista Ugo Tognazzi, e “Il cappotto di Astrakan” (1980) con Johnny Dorelli. Nel 2014, su iniziativa di Sarah Maestri, è stato realizzato anche “Il pretore” insieme a Francesco Pannofino.

Inoltre, da riconoscere a Chiara anche l’attività di saggista e biografo, come dimostrano la stesura di “Il vero Casanova” (1977) e “Vita di G. D’Annunzio” (1978).

Per tenere viva la memoria delle scrittore e delle sue opere, nel 1997 è stata fondata l’associazione “Amici di Piero Chiara” che annualmente è organizzatrice del Premio Chiara, concorso letterario di racconti pubblicati in Italia e nel Canton Ticino. Inoltre, nel 2013, centenario della sua nascita, è stata infissa una targa commemorativa al di fuori del suo amato Caffè Clerici.